TUMORI DELLA CUTE
La cute è l’organo più esteso del corpo umano.
E’ formata da:
- epitelio (cellule epiteliali o cheratinociti) chiamato epidermide
- tessuto connettivo lasso e denso (cellule elastiche e di collagene) chiamato derma
Interposti tra i cheratinociti basali vi sono i melanociti, produttori della melanina, pigmento che ci protegge dai raggi ultravioletti.
Assolve a numerose ed importanti funzioni:
- ci protegge da agenti fisici, chimici, microbici, traumatici
- partecipa alla termoregolazione con la capacità di regolare il flusso sanguigno e la funzione delle ghiandole sudoripare
- impedisce la perdita di liquidi
- ha proprietà metaboliche (sintesi vitamina D)
- ha funzioni sensoriali: registra e trasmette stimoli pressori, dolorifici e termici
I tumori della cute si distinguono in:
MELANOMI che originano dalle cellule pigmentate o melanociti
CARCINOMI BASOCELLULARI che originano dalle cellule dello strato basale dell’epidermide
CARCINOMI SPINOCELLULARI che originano dalle cellule dello strato spinoso dell’epidermide
PROGETTO MELANOMA
Il melanoma può originare non solo nella cute (in molti casi nasce su un nevo preesistente), ma anche nelle mucose e nell’occhio.
I melanomi cutanei originano su una cute integra o da nevi preesistenti, congeniti o acquisiti.
È un tipo di cancro particolarmente aggressivo che ogni anno, in Italia, fa registrare 7000 nuovi casi e 1500 decessi.
Colpisce in prevalenza l’età media (mediana alla diagnosi 57 anni, 67 anni al decesso), nel 20% dei casi purtroppo anche soggetti tra i 15 ed i 39 anni.
FATTORI DI RISCHIO:
- fattori individuali
– storia familiare di melanoma
– storia personale di melanoma
– fattori fenotipici della cute: chiara, capelli rossi o biondi, occhi azzurri, efelidi
– presenza di un numero elevato di nevi (> di 50), nevi atipici e congeniti
– pregresse ustioni solari
– malattie genetiche: xeroderma pigmentoso
– immunosoppressione
– PUVA terapia
- fattori ambientali, legati allo stile di vita
– esposizione incongrua alla luce solare
– esposizione incongrua a radiazioni artificiali ( lettini e lampade abbronzanti)
– protezione insufficiente delle creme solari per lunghe esposizioni
SEGNI e SINTOMI
Il sintomo principale è il cambiamento nell’aspetto di un nevo o la comparsa di uno nuovo. Gli aspetti morfologici da valutare sono riassunti dalla sigla ABCDE
- A Asimmetria—> irregolarità di forma: una metà del nevo è diversa dall’altra
- B Bordi—> bordi irregolari, frastagliati
- C Colore—> scuro o non uniforme con sfumature nell’ambito dello stesso nevo
- D Dimensione—> maggiore di 6 mm di diametro
- E Evoluzione—> elevazione, estensione, emorragia spontanea e senza traumi
PREVENZIONE PRIMARIA e DIAGNOSI PRECOCE
La prevenzione di questa malattia, la cui incidenza varia da 12 a 20 casi all’anno per 100.000 abitanti, è l’unica arma veramente efficace per combatterla.
La prevenzione primaria
tende a ridurre l’incidenza del tumore rimuovendo le cause che lo provocano e si attua fondamentalmente evitando l’incongrua esposizione ai raggi ultravioletti naturali (sole) ed artificiali (lampade abbronzanti).
E’ raccomandabile non esporsi al sole nelle ore più calde senza proteggersi con cappelli e filtri solari. E’ importante evitare le scottature in particolare in giovane età.
L’eccessiva esposizione al sole, oltre ad essere il più importante fattore di invecchiamento cutaneo, favorisce la comparsa anche di altri tumori della cute come i carcinomi basocellulari e spinocellulari particolarmente frequenti tra persone che hanno passato anni e anni sotto il sole (contadini e pescatori).
I fototipi più chiari sono maggiormente colpiti, ma anche le popolazioni tipicamente mediterranee, con capelli e pelle scura, non sono immuni da rischi e devono comunque proteggersi.
La prevenzione secondaria
mira alla diagnosi tempestiva di lesioni sospette o neoplastiche mediante controlli dermatologici periodici con l’ausilio della dermatoscopia.
La maggior parte dei nevi non è pericolosa, ma alcuni hanno caratteristiche molto simili a quelle del melanoma. I nevi atipici o displastici sono abbastanza comuni e presentano solitamente un diametro superiore a 6 mm, un colorito variegato, margini indistinti e a volte una papula centrale rilevata ed un aspetto a “uovo fritto”. Un paziente con nevi atipici presenta un aumentato rischio anche in assenza di storia personale e familiare di melanoma.
La dermatoscopia (nota anche come dermatoscopia ad epiluminiscenza, dermoscopia, nevoscopia) é una metodica dermatologica non invasiva che permette di esaminare le caratteristiche delle strutture pigmentate dell’epidermide, non apprezzabili alla semplice ispezione ad occhio nudo. L’indagine facilita la diagnosi e riduce la necessità di ricorrere a biopsie a scopo diagnostico.
L’osservazione viene effettuata appoggiando direttamente la parte ottica dello strumento sulla cute. A questo proposito distinguiamo:
- il dermatoscopio manuale dotato di una lente di ingrandimento di 10-20 volte e di una luce che consente l’illuminazione della superficie cutanea da esaminare
- il videodermatoscopio digitale permette non solo la visualizzazione su di un monitor delle lesioni esaminate, ma anche vari tipi di elaborazione dell’immagine, l’archiviazione dell’immagine stessa ed il confronto a distanza del tempo nel corso delle visite successive
La metodica consiste nell’applicare, sulla lesione da esaminare, una goccia di liquido incolore (es. olio minerale, gel da ecografia, oppure semplicemente una goccia d’acqua) e nell’appoggiare su di essa la lente dell’apparecchio. A questo punto, grazie alla capacità del liquido di annullare il potere riflettente dello strato corneo dell’epidermide, si riescono a visualizzare quegli aspetti morfologici propri della lesione che permettono di esprimere una diagnosi più accurata.